Bio-Deutsch: la non-parola dell’anno in Germania
- Linguisticamente Traduzioni
- 7 mar
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Anche la Germania, proprio come l’Italia, sceglie la propria parola, anzi in questo caso la “non-parola” dell’anno. La “Unwort des Jahres” viene infatti scelta, tra le 10 proposte più votate, da una speciale giuria formata da quattro linguisti e un giornalista, con l’obiettivo di evidenziarne l’uso problematico, ingannevole o abusivo, attirando così l’attenzione sulle inevitabili implicazioni sociali.
In particolare, una “Unwort” è considerata tale se viene utilizzata in modo fuorviante e discriminatorio nei confronti di determinati gruppi sociali, contrario ai principi democratici e di dignità umana. La “non-parola” designata per il 2024 è “Bio-Deutsch” (ovvero “tedesco ‘bio’”, “tedesco dal punto di vista biologico”). Questo termine, nato in realtà negli anni ’90 e utilizzato per la prima volta dal caricaturista turco-tedesco Muhsin Omurca con connotazioni ironiche e satiriche sulla falsariga dei sigilli apposti sugli alimenti da agricoltura biologica, è stato poi ripreso e diffuso negli anni 2000 dal rappresentante dei Verdi Cem Özdemirl, a volte in senso ironico e a volte no, per sottolineare la distinzione esistente tra “Bio-Deutsche” e “Passdeutsche” (ovvero gli immigrati naturalizzati tedeschi) nel pensiero dell’opinione pubblica tedesca. Oggi “Bio-Deutsch” viene utilizzato in particolare nei social media con connotazioni denigranti e discriminatorie per indicare i tedeschi “veri” sulla base di presunti criteri di discendenza biologica, sottolineandone così il privilegio perché privi di un passato migratorio alle spalle. La giuria ha scelto questa parola ovviamente non per l’uso originariamente ironico e sarcastico, bensì per il suo intento discriminatorio che viola l’idea di uguaglianza e di inclusione democratica.
Sulla “Unwort des Jahres” viene organizzata ogni anno anche una mostra fotografica a Darmstadt. Dal 2004 infatti, nove fotografe e fotografi della città traducono per immagini i diversi termini scelti dalla giuria dando così vita ad una esposizione ricca e sfaccettata.
E per approfondire di più:
Articolo a cura di Stefania Allemano
Linguisticamente
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