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Siculo-Arabo, non solo una lingua ma un forte legame tra regione Sicilia e Mondo Arabo.



Tra la splendida Sicilia e l’affascinante cultura araba con la sua lingua, persiste un legame

imprescindibile che affonda le sue radici in tempi molto remoti. Per comprendere cosa hanno in comune le due civiltà, dobbiamo andare più a fondo.


Partiamo da un termine: Siculo-Arabo. Questo è stato un dialetto in lingua araba parlato nella Sicilia del IV / XIV secolo, risale ai primi decenni della conquista Normanna.

Siculo-Arabic è anche il nome di un famoso saggio del 1996 del professore di studi arabi e

islamici Dionisius A. Agius che tratta appunto di questo dialetto approfondendo il rapporto tra la lingua araba e la Sicilia. 

Agius valuta l’arabizzazione come un processo di conformità ad una cultura, e l’utilità di un dialetto inerente alla situazione storica e linguistica dell’epoca.

 La Sicilia sotto la dominazione araba risalente all’anno 870 fu oggetto di trasformazioni sia culturali che religiose.


L’arabo si diffuse in Sicilia anche grazie al flusso migratorio. Furono proprio i migranti che

entrarono in contatto con i siciliani, in quanto questi ultimi diventarono  mawali termine arabo che in questo caso vuol dire “libero cliente”. Man mano i siciliani adottarono la lingua e la religione dei migranti musulmani, anche se alcuni di essi pur convertendosi all’Islam mantennero i loro usi e costumi originari. L’islam si diffuse anche attraverso un fenomeno non poco importante, i matrimoni misti.


Ad oggi l’influenza araba la si può riconoscere attraverso una media di 300 parole siciliane che riguardano il settore agricolo; infatti, gli arabi importarono nell’isola italiana molte tecniche del settore.


Tra le parole più famose: Fastuca ovvero la pianta e il frutto del pistacchio, dall’arabo Fustuq pistacchio; Gebbia dalla parola araba Djeb ovvero la vasca per la raccolta d’acqua di irrigazione; Tannura dall’arabo Tannur il forno rustico o anche focolare.

La conquista araba in Sicilia, ci ha lasciato anche monumenti architettonici, come il Palazzo dei Normanni a Palermo che inizialmente fu costruito come ‘Qasr’, la fortezza araba, per poi

diventare la residenza del re. 


Tra gli elementi arabi a palazzo di rilevante c’è la Sala Dei Venti che sita su una torre medievale, questa è parte dell’architettura arabo-normanna, simbolo di una Sicilia che al suo tempo è stata sia degli arabi che dei normanni portando ad un connubio tra le tradizioni arabe bizantine, e quelle occidentali.


In conclusione, gli arabi, che all’epoca venivano chiamati anche mori o saraceni, hanno lasciato un gran patrimonio culturale da poter visitare nella splendida Sicilia.

 

 Articolo a cura di Giuseppina Soraniello


Linguisticamente

 

Riferimenti:


-Dionisius A. Angius, Siculo Arabic, Library Of Arabic Linguistics. Routledge 1996.

 

-Sottile Roberto, Il Siculo Arabic e gli arabismi medievali e moderni in Sicilia, in ‘Bollettino Centro Di Studi Filologici e Linguistici Siciliani 24’, Palermo 2013.

 


 
 
 

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