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IA non ti temo: nemica o alleata dei traduttori?



Oramai non si parla d’altro. Il suo nome è dappertutto. Sta spopolando da mesi persino sul web. Non c’è testata giornalistica che non scriva di quanto tutto questo possa essere una rivoluzione se non addirittura una temibile realtà che presto finirà per mandare in pensione alcune professioni, specie quella dei traduttori: stiamo parlando niente meno che dell’intelligenza artificiale. Infatti, uno dei primi ambiti in cui è stata applicata l’IA è proprio la traduzione. Quando parliamo d’intelligenza artificiale non facciamo altro che pensare che sia un qualcosa venuta dallo spazio, un po' come E.T. l’extraterrestre che tutti ricordano come l’esordio della fantascienza. Ma questa signore e signori mi dispiace dirlo, non a niente a che vedere con la fantascienza! C’è poco da fare che vi piaccia o no è la moda, anzi la tecnologia del momento.


Dalle prime ipotesi sembrerebbe che ne sono stati fatti passi da gigante rendendo il lavoro dei traduttori più rapido ed efficace, anche se qualcuno rimane tuttora scettico. L’IA può, quindi, diventare un vero e proprio mezzo per abbattere le barriere linguistiche facilitandone la comunicazione. Naturalmente, c’è da dire che il “tocco umano” sarà pur sempre necessario e che proprio grazie a questa grande rivoluzione copernicana, i traduttori saranno in grado di concentrarsi sullo sviluppo delle proprie capacità e competenze in aree in cui la traduzione umana stenta ancora ad arrivare o è ancora essenziale.

Se vogliamo, dunque, potremmo tuttavia considerare l’IA un completamento del lavoro del traduttore piuttosto che una sostituzione. Ciò nonostante non dobbiamo, però, dimenticare che sebbene si parli di tecnologia sofisticata (o high technology per dirlo all’inglese), questi strumenti messi a nostra disposizione rimangono ancora del tutto limitati; ecco perché non dobbiamo temere di essere sostituiti o tanto più soppiantati dalle smart machines, basti pensare ad esempio al contesto d’utilizzo delle espressioni idiomatiche che possono essere difficili da interpretare e da adattare. Un’ulteriore sfida è rappresentata dalla traduzione di lingue che hanno strutture grammaticali o sintassi complesse; per non parlare, poi, dei problemi legati alla terminologia specifica di un particolare ambito. Per cui la domanda nasce spontanea …


Serve ancora la mano del traduttore umano, quindi?


La risposta è: ovviamente sì! E tutto questo perché la perfezione data da un algoritmo dell’IA non esiste e probabilmente, non accadrà mai. Morale della favola, l’IA non sostituirà mai i traduttori, ma piuttosto li assisterà semplicemente nel loro lavoro. Lo scopo principale è non solo quello di rendere il processo di traduzione più efficiente, ma anche più economico garantendo il massimo livello di accuratezza e qualità, oltre che soddisfazione delle esigenze richieste dal cliente.


Quali sono, inoltre, i vantaggi per facilitare al meglio la comunicazione globale e abbattere le barriere linguistiche?!?


In primis, l’IA facilita la comunicazione tra persone che parlano lingue diverse senza la necessaria presenza di un traduttore, ad esempio in quei contesti in cui è presente una comunicazione multilingue.

In secondo luogo, aumentando l’accesso alle informazioni (non solo quelle che circolano in rete), rende i contenuti disponibili in più lingue facilitandone l’utilizzo per coloro che parlano lingue poco diffuse e nel contempo aiuta i traduttori nelle svariate ricerche terminologiche di un progetto.


Last but not least, l’IA permette di avere una visione open-minded delle prospettive culturali globali agevolandone la collaborazione: pensate alla localizzazione in chiave SEO di contenuti su larga scala).

Infine ogni novità qualsivoglia porta in sé una ventata di stravolgimento che viene vista perlopiù come una sfida/minaccia anziché come un’opportunità per unire i punti di forza della traduzione umana e digitale. Perciò anziché vivere da spauracchi come nel celebre film disneyano “Inside Out”, siate più come Alice, curiosi di esplorare il mondo delle meraviglie.


Articolo a cura di Monica Giancaspro


Linguisticamente

 
 
 

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