Lo spagnolo: un ponte del multilinguismo
- Linguisticamente Traduzioni
- 23 apr
- Tempo di lettura: 4 min

Quando pensiamo alla Spagna immaginiamo spiagge dorate, città vivaci e un clima soleggiato e accogliente ed ecco che nella nostra mente affiorano le immagini della famosa corrida, il classico ventaglio, i balli tradizionali, la paella per gli amanti del pesce, i quadri di Velasquez e chi più ne ha più ne metta. Però, la Spagna non è solo una questione di monumenti, cultura e arte perché la sua lingua insieme ad altre lingue rappresenta la culla dello sviluppo del multilinguismo che ha portato lo spagnolo a posizionarsi al secondo posto come lingua ufficiale delle istituzioni europee e dell’ONU.
Oggi 23 Aprile sapevate che è El Día del idioma Español? Questa giornata, però, è legata allo stesso tempo ad altre ricorrenze importanti come l’anniversario della morte di un grande scrittore letterario, Miguel de Cervantes, seguito dalla nascita e morte William Shakespeare (1564-1616) e alla Giornata mondiale del Libro. Tutti questi eventi promuovono l’importanza del diritto d’autore e il continuo progresso culturale attraverso la lettura. Se vi piace la letteratura, vi consiglio di leggere “El cantar de Mio Cid” una sorta di poema epico cavalleresco anonimo risalente al 1140 circa considerato il primo documento letterario in castigliano che racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, El Quijote, El Lazarillo de Tormes per citarne alcuni e la lista potrebbe continuare fino all’infinito.
Ritornando al El Día del idioma Español, questo giorno rappresenta una giornata all’insegna della scoperta delle curiosità linguistiche che ci permettono di guardare al mondo da diverse prospettive e sognare Paesi ancora del tutto inesplorati e che conservano meraviglie diventate poi col tempo patrimonio dell’Unesco. Per questo abbiamo ovvii motivi per affermare che oggi è decisamente una giornata di festa!
La prima volta che ho avuto contatto con la lingua spagnola è stata vedendo per televisione i corsi di lingua “Lo spagnolo per te” edito da DeAgostini che mi hanno fin da subito incuriosito a comprarlo e a sceglierlo come mia lingua di lavoro. Pur studiandolo sin da liceo ho sempre pensato che imparare una lingua andasse ben al di là delle regole grammaticali e della letteratura o di chi tuttora pensa che ci si limita alla sola mera professione d’insegnante quando poi in realtà studiare e conoscere una lingua vuol dire aprirsi un mondo e poter fare più cose con la stessa finalità: la passione. Chi mi conosce sa bene che mi occupo sia di traduzione sia d’insegnamento ma sono anche una mediatrice che facilita la comunicazione tra più culture quando mi viene richiesto. Tutte queste professioni forniscono esperienze molto diversificate in termini lavorativi ma puntano ad un unico obiettivo: quello di trasmettere la passione per la cultura e la comunicazione ed è quello che lo spagnolo insieme all’inglese mi ha insegnato.
La scelta dello spagnolo è stata più che altro una curiosità poiché sono rimasta letteralmente affascinata dalla musicalità fonetica e dalla vivacità della sua cultura non solo attraverso i monumenti o la storia dell’arte. Lo spagnolo visto con gli occhi da traduttrice è ben diverso da quello che ho studiato sui banchi dell’università perché ogni giorno aggiungo un tassello in più al mio bagaglio. Essere traduttrice e nello stesso tempo insegnante e mediatrice significa in qualche modo sdoppiare la propria personalità e osservare il mondo da diverse angolazioni come se avessi tra le mani un prisma i cui raggi penetrano definendone i particolari non appena lo si accosta alla luce del sole.
Chi usa frequentemente lo spagnolo nel lavoro, durante la traduzione di un testo può capitare di dover adattare ad esempio una risata, che in italiano viene resa con ahahah, mentre in spagnolo viene scritta con ja ja ja. Da ciò si evince che ogni lingua interpreta i suoni del mondo ciascuna a modo proprio e così via! Lo spagnolo, infatti, non è parlato solo in Spagna o nei paesi del Sud America, ma è anche la lingua madre di oltre 496 milioni di persone in quasi tutto il mondo. Perciò, quando si devono scegliere le parole da usare, non si possono ignorare tutte queste diversità sparse per il mondo.
La bellezza e la ricchezza di ciascuna lingua risiedono proprio in questi gruppi di parole che significano la stessa cosa, ma in modo diverso e, al contempo, con infinite sfumature. Ci possono essere certamente parole che ci suoneranno più familiari delle altre o verbi in cui è preferibile l’uso del passato remoto al posto del passato prossimo (usato in modo intransigente in Spagna, ma molto meno in Messico e in alcune aree della Bolivia, del Cile e di Porto Rico) così come l’adattare l’uso del tú e usted (equivalenti rispettivamente all’italiano “tu” e “lei”) in base all’interlocutore e all’area geografica principale a cui ci si rivolge. In genere quando penso alla Spagna o parlo spagnolo mi vengono subito in mente i colori della bandiera, La Real Academia (la nostra Accademia della Crusca), la Familia Real, i colori vivaci di alcune piazze, i balli e potrei continuare all’infinito. Pur non essendo mai stata in Spagna a differenza di molti miei coetanei mi piacerebbe visitare la città di Sevilla, capitale dell’Andalusia, nel sud della Spagna, famosa per il flamenco e i suoi monumenti quali: il Castello dell'Alcázar, un castello costruito durante la dinastia moresca degli Almohadi, la cattedrale gotica che ospita la tomba di Cristoforo Colombo, il Museo de Bellas Artes, l’immensa Plaza de España, una delle più belle attrazioni della città.
Sevilla ha rispetto alle altre città il fascino di essere una città ricca di storia dove si respira l’incontro di diverse culture, fra cui quella araba. Sevilla può essere paragonata ad uno scrigno dai mille tesori dove Oriente ed Occidente si snodano in splendidi giardini, palazzi reali e residenze tanto da essere definita una delle sette meraviglie del mondo moderno. Un luogo incantato dal quale è impossibile non lasciarsi ammaliare. Qualora dovessi recarmi in Spagna per un semplice viaggio di lavoro o vacanza sicuramente il souvenir che mi piacerebbe portare è la peineta, il tipico pettine decorativo indossato dalle ballerine spagnole per dare un tocco di eleganza in più alle loro acconciature durante i balli e le feste oltre il classico ventaglio da appendere per abbellire la casa. Per chi vuole imparare una lingua straniera o vuole semplicemente farsi un viaggio consiglio di scegliere col cuore perché non siamo noi a scegliere la lingua ma è la lingua a scegliere noi.
Articolo a cura di Monica Giancaspro
Linguisticamente
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